Sono le 7 e tutto va bene

Oggi inizio a scrivere e a raccontarvi di me.
Il modo più semplice per iniziare è…cominciare dal mattino.
Mio marito M. alle 7 meno un quarto si alza, accende la stufetta elettrica del bagno (anche d’estate, giusto per non perdere l’abitudine), mi dà l’Eutirox e accende la macchina del caffè.
Alle 7,00 inizia a chiamare M., la mia figlia minore, scandendo il passare dei minuti come quei personaggi che si vedono nei film in costume aggirarsi nelle buie vie della città con una lampada in mano: “Sono le 7 e tutto va bene!”.
Alle 7,07 lei si alza e, prima ancora di accendere la luce, chiede al pover’uomo e in malo modo, un paio di calze nere.
Sembra una maledizione, ma nonostante gli acquisti massicci di calzette rigorosamente nere e corte, nel cesto compaiono solo calze spaiate, spesso bianche, quasi sempre lunghe. Credo non sia una leggenda metropolitana quella che dice che le lavatrici non solo mangiano le calze ma le trasformano nella dimensione e nel colore.
Alle 7,10 inizia un’accurata azione di restauro della giovane rampolla.
Alle 7,20 si verifica il prodigio. Un essere entrato in bagno con gli occhi pesti e i capelli scarmigliati, esce vestita di tutto punto, con trucco e parrucco impeccabili e scia profumata.
D’altra parte, mia figlia ha sempre sostenuto che, nel caso sia destino che debba incontrare l’uomo della sua vita, non importa se in un pullman pieno zeppo di individui male in arnese, lei deve farsi trovare pronta.
Il bagno, in compenso, in pochi minuti è stato devastato e ridotto ad un campo di battaglia: in terra slip, fazzoletti, pigiama e vari capi di abbigliamento ritenuti inidonei. Cipria, terra e fard in varia concentrazione sparsi per i quattro angoli del locale. Temperatura torrida. Profumo…
7,22, ultimo avviso accorato del padre. Io che la rincorro col caffè e lei, 30 secondi prima dell’arrivo del pullman, esce con un grugnito in risposta al nostro “Ciao amore, buona giornata!”.
Per i successivi 5 minuti, sconvolti e con le chiavi dell’auto in mano, io e il mio uomo aspettiamo trepidanti la telefonata che ci comunicherà che la ragazza ha perso il pullman e che quindi dovremo vestirci in fretta per accompagnarla a scuola in macchina.
A suo merito, devo dire che l’infausto presagio non si è mai concretizzato e quindi la giornata… può finalmente cominciare.

2017-09-15T09:27:26+00:00 Thursday, May 4th, 2017|

Leave A Comment