Un’estate al mare!

Un’estate al mare!

M. sta partendo per Gallipoli.
E’ la sua prima vacanza da sola con le amiche.
Con il cuore in tumulto ed il senso del tragico come fedele compagno, mi figuro scenari di droga, alcool, sesso non protetto (non facciamo finta che non sia l’età giusta).
Lei, invece, è raggiante: potrà decidere di non dormire, di non mangiare o mangiare schifezze.
Niente controlli, nessun limite.
Ho fatto male a lasciarla partire! Ma oramai è troppo tardi e allora con mio marito comincio a ragionare: meglio una località turistica che una città, la amiche con cui va sono brave ragazze, lei stessa è una brava ragazza. Insomma, il consueto training autogeno.
Poi, con calma, emerge qualche pensiero più meditato e meno condizionato dall’ansia. Credo infatti che il modello educativo che le abbiamo fornito e che finora ha funzionato piuttosto bene se lo porti dietro anche in vacanza.
Certo, il fatto che sia femmina la rende più a rischio per quanto riguarda i comportamenti altrui, ma questo non è un buon motivo per discriminare. Semmai dovrà stare più attenta.
Alla fine mi convinco che se si sente pronta ad andare saprà cavarsela. Si porterà in testa le nostre raccomandazioni, nel cuore un po’ d’ansia, in valigia una scatola di profilattici che le ho fornito suscitando in lei un misto di imbarazzo e di compiacimento. Avrò in cambio almeno una telefonata al giorno, qualche messaggio, una serie di foto scattate all’alba.
Intanto, non è poco che, appena partita, abbia fatto un gruppo di Whatsapp che comprende madri e figlie. Il che lascia pensare che, a dispetto delle interferenze talvolta mal sopportate, la nostra presenza sia considerata comunque essenziale.
E ripenso ad una frase pronunciata da V. quando è partita per l’Erasmus: “Se vado via senza problemi è perché so di poter sempre tornare.
Mi predispongo al ritorno di M. e in cuor mio le auguro una vacanza indimenticabile!
2017-09-12T15:40:06+00:00 Thursday, July 13th, 2017|