Animali notturni
Da quando mia figlia M. ha raggiunto l’età per uscire la sera, sono tante le notti che passo insonne in attesa del suo rientro, chiedendomi se è davvero giusto concedere tanta libertà.
E vatti a fidare del parere degli esperti in materia!
Ti può capitare di leggere il report di uno studio uscito dalla Columbia University di New York in cui si sostiene che gli adolescenti che fanno tardi la sera corrono un rischio maggiore di cadere in depressione e di concepire pensieri improntati all’autolesionismo.
Davvero un ottimo corroborante per chi ospita in casa una quasi diciottenne che, ben che vada, si corica non prima delle due! Poi, sempre nello stesso illuminato studio, leggi che l’ora consigliata per mandare a nanna la propria discendenza è le 22! A questo punto capisci che chi ha condotto lo studio non ha figli e probabilmente non è mai stato adolescente, perché troppo occupato a fare ricerche sugli altri giovani.
Poi, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ti solleva un po’ il morale perché, nei suoi studi, altrettanto autorevoli di quelli newyorkesi, sostiene esattamente il contrario e cioè che i nottambuli tendono ad essere più creativi dei dormiglioni.
In realtà c’è sempre qualcosa di eccessivo in tutte queste generalizzazioni e cercare una legge universale su questo come su altri temi che riguardano aspetti così particolari, sembra totalmente illusorio.
Il termine “notte” deriva dal sanscrito “nac“, che vuol dire “tempo nel quale sparisce la luce“.
Lei, mia figlia, di notte si accende e come una falena inizia a volare. Ora che è estate e la scuola è finita, durante il giorno sonnecchia fino a quando il cielo non scurisce. Poi si anima in attesa della parte piacevole della sua vita ed iniziano i problemi per la mia. Trova amici a cui aggregarsi dal lunedì alla domenica e va scarrozzata a destra e sinistra ai più improbabili orari.
A pensarci bene, però, dev’essere un difetto della mia famiglia. L’altra ma figlia, completamente diversa caratterialmente, alla sua età, aveva orari notturni assurdi. Alla mia domanda perchè facesse così tardi, la risposta era sempre la stessa: “Qual è il problema? Se devo fare una sciocchezza, posso farla anche di giorno!”
E poi c’è la storia di mia sorella. Di qualche anno più giovane di me, è stato il vero animale notturno della mia famiglia: tra i 16 e i 30 anni ha vissuto ogni notte come se fosse l’ultima. Capace di decidere di partire per un caffè al mare (noi siamo gente di pianura), come di rimanere a chiacchierare ore ed ore sotto casa con un’amica. Eppure, oggi è un’adulta equilibrata, che non si fa abbattere dai sentimenti negativi e sa godere delle cose positive. E’ solare, generosa, disponibile, sincera senza pudore. Insomma, una bella persona.
E allora, anche se di notte ogni minuto di ritardo pesa come un macigno, quando M. rientra, serena come non è mai di giorno ed in pieno possesso delle sue facoltà mentali, mi chiedo se non siamo tutti un po’ diversi.
Così penso con Ovidio che “la notte dissimula i difetti ed è indulgente con tutte le imperfezioni” e poi con Jovanotti che “la notte fa il suo gioco e serve a quello, a far sembrare tutto, tutto un po’ più bello!”.
In altre parole, mi consolo con l’idea che la notte sia più accogliente del giorno, meno frenetica e forse anche più democratica.
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